giovedì 17 dicembre 2009
Proposta per una riunione nazionale autoconvocata tra lavoratori, delegati, coordinamenti e dei comitati di lotta per la difesa del posto di lavoro e del salario. (Dal gruppo Facebook: contro i licenziamenti, lotta dura come alla INSE)
Dopo essersi arricchiti per anni con i frutti del nostro lavoro, aziende e imprese varie vogliono ora approfittare dell´acuirsi di questa profonda crisi economica per farne pagare interamente a noi lavoratori i costi. Tutto questo mentre spudoratamente chiedono a governi compiacenti nuovi sgravi e aiuti statali. Le speculazioni, le svendite, le delocalizzazioni, le cassa integrazioni ed i licenziamenti collettivi in atto stanno cancellando centinaia di migliaia di posti di lavoro e quasi tutti i diritti in termini di contrattazione, diritti, sicurezza. Milioni di persone sono di fronte all´unica prospettiva della miseria e della disoccupazione di massa, quando già la precarizzazione e la flessibilità degli ultimi hanno duramente compromesso il futuro delle giovani generazioni di lavoratrici e lavoratori.
È proprio il riconoscimento della necessità di una risposta unitaria alla crisi da parte dei lavoratori che ha ispirato la costruzione del coord. del Piceno e quello milanese, e di tanti altri comitati e coordinamenti di lotta che si stanno spontaneamente organizzando dal Lazio alla Sardegna, dalla Basilicata al Friuli, nel nord e nel sud Italia.
Ognuno di noi, nel proprio posto di lavoro ha scelto legittimamente come impostare la propria vertenza sindacale e da quale organizzazione farsi rappresentare. Tutti abbiamo bisogno di un forte sindacato di classe a livello di massa, ma non ci interessa qui costruire un´ennesima sigla. Al contrario, pensiamo che gli strumenti sindacali vadano rafforzati e condizionati con una forte spinta dal basso e una vasta unità delle lotte.
Riteniamo quindi che per rafforzare queste reti nate dal basso, per costruire legami unitari ancora più grandi e incisivi, per stimolare la costruzione di coordinamenti in ogni distretto produttivo, sia necessario organizzare un momento di confronto diretto e autoconvocato tra tutte queste realtà di lotta contro la crisi per tentare di costruire un coordinamento nazionale che ci permetta di condividere maggiormente informazioni, iniziative, momenti comuni di lotta che diano visibilità alle nostre ragioni troppo spesso oscurate e trascurate.
Un movimento fatto da lavoratori per difendere meglio lavoro e salario.
Proponiamo di organizzare una riunione nazionale per delegati rappresentanti di tutti i coordinamenti e comitati di lotta nati in tutto il paese.
Proponiamo che la riunione si tenga a Roma sabato 23 gennaio a partire dalle ore 11.
Vi invitiamo quindi a mettervi in contatto con noi per organizzare nel modo più condiviso e unitario possibile questa riunione
Ascoli-Milano 03/12/2009
Coordinamento dei Lavoratori del Piceno: Manuli - Maflow - IKK - Cartiera Alstrom- PAL Italia - Bentel - Itac - Prisman - Deatec
Coordinamento Lavoratori Uniti Contro la Crisi di Milano: Marcegaglia Buildtech - Maflow - OMNIA Service - Lares - Metalli Preziosi - Bitron
Per contattarci: riunionenazionale@yahoo.it
Ascoli: Andrea 3494103507
Milano: Massimiliano 3494906191
giovedì 3 dicembre 2009
Votato in Parlamento all'unanimità e senza astenuti un aumento di stipendio per i parlamentari.
Inoltre la mozione e stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali.
STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE
STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese
PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare)
RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese
INDENNITA' DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00)
TUTTI ESENTASSE
+
TELEFONO CELLULARE gratis
TESSERA DEL CINEMA gratis
TESSERA TEATRO gratis
TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis
FRANCOBOLLI gratis
VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis
CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis
PISCINE E PALESTRE gratis
FS gratis
AEREO DI STATO gratis
AMBASCIATE gratis
CLINICHE gratis
ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis
ASSICURAZIONE MORTE gratis
AUTO BLU CON AUTISTA gratis
RISTORANTE gratis
(nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00).
Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi ( per ora!!! )
Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali
(in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera.
(Es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio, una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio)
La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO.
La sola camera dei deputati costa al cittadino
Euro 2.215,00 al MINUTO !!
Far circolare...si sta promovendo un referendum per l'abolizione dei privilegi di tutti i parlamentari...queste informazioni possono essere lette solo attraverso Internet in quanto quasi tutti i massmedia rifiutano di portarle a conoscenza degli italiani...
A CHI SPETTA L'INDENNITA'. Dal gruppo "Lavoratori Pubblici" fonte INPS
A chi spetta:
L'indennità spetta quando il lavoratore può far valere:
•un'anzianità assicurativa per la disoccupazione da almeno due anni (deve possedere, cioè, almeno un contributo settimanale versato prima del biennio precedente l'anno nel quale viene chiesta l'indennità): ad esempio, per le indennità pagate nel 2009, il contributo deve essere stato accreditato entro la fine del 2006;
•almeno 78 giornate di lavoro nell'anno precedente. Nel calcolo delle 78 giornate sono comprese anche le festività e le giornate di assenza indennizzate (indennità di malattia, maternità ecc.).
Quanto
Per i primi 120 giorni, l'indennità giornaliera non può superare il 35% della retribuzione media giornaliera (la percentuale sale al 40% per i periodi successivi), nei limiti di un importo massimo mensile lordo di € 858,58, elevato a € 1.031,93 per i lavoratori che possono far valere una retribuzione lorda mensile superiore a € 1.857,48.
L’indennità può essere riscossa con bonifico bancario o postale o pressi gli sportelli di un qualsiasi ufficio postale del territorio nazionale, per un periodo corrispondente alle giornate effettivamente lavorate nell'anno precedente, e comunque per un periodo non superiore a 180 giornate.
Nel caso di accredito in conto corrente bancario o postale devono essere indicati anche gli estremi dell’ufficio pagatore presso cui si intende riscuotere la prestazione, nonché il codice IBAN completo e il numero di conto corrente.
Quando presentare la domanda:
La domanda va presentata all'Inps, su appositi moduli reperibili presso le Sedi, entro il 31 marzo dell'anno successivo a quello in cui si è verificata la disoccupazione.Il modulo di domanda è disponibile presso gli uffici dell’Inps e nella sezione “Moduli” del sito internet.
Ogni domanda per essere presa in esame deve contenere tutte le informazioni e la documentazione indispensabile, come previsto dall’art. 1 comma 783 della legge 296/06.
Per maggiori informazione fatevi un giro sul sito dell'Inps.
martedì 1 dicembre 2009
Ricevuto dal gruppo facebook: A FIANCO DEI LAVORATORI DELL'ADELCHI DI TRICASE
Grazie a tutti coloro che continuano ad interessarsi alla vicenda e a sostenerci nella protesta.
sabato 21 novembre 2009
Dai lavoratori Agile ex Eutelia che stanno per perdere 9000 posti di lavoro. Per favore, fate girare.
scusate se vi chiedo un piccolo aiuto;
io a altri 1191 colleghi della ditta Agile ex Eutelia una sede è anche a Pregnana Milanese (tutti derivanti da aziende come Olivetti e Bull):
a fine anno saremo tutti licenziati probabilmente senza poter usufruire degli ammortizzatori sociali.
Ben presto a noi si uniranno altri 6600 colleghi di Phonomedia uno dei più grandi call-center in Italia.
Tutto ciò grazie a degli imprenditori che qualcuno, con un eufemismo, ha definito "diversamente onesti"
Questo sta accadendo nel silenzio più totale, nonostante varie manifestazione anche eclatanti (incatenamenti davanti a Ministeri competenti, salite sui tetti delle sedi, occupazioni delle sedi), sembra che nessuno si accorga di noi.
Il Governo ci ignora, sembra che il destino di quasi 9000 famiglie non lo interessi nemmeno!
Non stiamo percependo alcun stipendio nè rimborsi spese ormai da 3
(tre)
mesi !!!!!!!!!!.
(conosco colleghi cinquantenni, con mutui e/o affitti, che per mantenere la famiglia chiedono soldi a genitori e suoceri!!!!!!!!)
Vista la situazione qualcuno ha pensato di usare il tam-tam delle mail come la vecchia "catena di S. Antonio"
per fare conoscere la nostra situazione al più alto numero di persone possibile, sperando che arrivi alle orecchie di qualcuno...."in alto".
Tutto quello che vi chiedo è :
Inviare al più presto una mail con l'allegato al maggior numero di amici possibile,
con la preghiera che loro lo inviino al maggior numero di amici possibile.
In questo modo in pochi giorni migliaia, forse,milioni di persone saranno al corrente di quanto ci sta succedendo e chissà che la voce non arrivi a chi è in grado di farsi sentire.
Per cortesia, fate capire ai vostri amici che NON è la solita catena di S.Antonio, NON è uno scherzo si tratta di 9000 famiglie che non sapranno come arrivare a fine mese !.
Vi ringrazio di cuore fin d'ora
gianfranco
p.s.
se qualcuno vuole dei chiarimenti divulgate pure il mio ind.mail e i miei numeri di telefono, mi fido di voi.
Gianfranco Fusaz
Montereale Valcellina
tel 0427-79306
cell 347-4688960
mail gfusaz@alice.it
giovedì 5 novembre 2009
PIENI DI CROCEFISSI, POVERI D'IDENTITA'
L'Identità si tutela nel cuore, non nei simboli. Io lo so bene, poichè custodisco nel mio cuore la fede in Dio.
E l'identità di una nazione (ammesso che esista un 'identità univoca e io ho i miei dubbi) non può esprimersi in un'unica identità di fede. Soprattutto nei tempi della post modernità, in cui il rapporto con la religione è sentito in maniera molto debole rispetto al passato e in molti sono coloro che optano per scelte religiose o spirituali diverse. Democrazia vuol dire anche questo. Ad esempio, io che non sono straniera e non sono nemmeno cattolica, mai ho pensato al crocefisso come ad un simbolo che potesse esprimere la mia identità. Se un cattolico ha un'identità spirituale forte, lo sa nel suo cuore e non ha bisogno di feticci. Nè di imporre tali feticci a chi non li condivide.
Voglio spiegarmi meglio, perchè è un argomento a cui tengo in modo particolare.
La fede in Dio è abbandono, surrender. Un sentimento che risiede nel petto, una scintilla che brucia leggera e rischiara e dà la forza e il coraggio del cammino intrapreso. Soprattuto quando questo cammino conduce verso il cambiamento. E cambiare, lo sappiamo, fa male. Fa male lasciare per strada brandelli della propria personalità, quelli che in cui vedevi costituita la vera essenza di te stessa e che un giorno scopri essere solo fumo, apparenza e niente più. La fede supporta questo cammino.
Per questo credo che prima di schierarsi pro o contro l'imposizione del crocifisso nei luoghi pubblici, sarebbe il caso di soffermarsi tutt* a meditare sul significato della fede e dei suoi simboli. Credo che un* ver* cristian*, nonostante grande sia la distanza che ci separa, capisca e condivida le mie parole. Le persone che non la capiscono o non la condividono sono quelle che fanno della fede una religione, una chiesa, un partito, una parrocchia, un modo di socializzare, un modo di fare politica, di imporre usi, costumi, idee, credenze, "identità", storia, tradizione, menzogne, gerarchie, controllo sulle masse e via dicendo...Sono quelli cioè che la esteriorizzano, la rendono altro da sè. La fede è invece un sentire profondo, fisico. La senti nel corpo. Nella materia della tua propria carne.
Una volta che si è vissuta una esperienza come questa, si guarda ai feticci non con disprezzo. Ma con un sorriso leggero.
Mentre coloro che esteriorizzano, che per vivere i propri sentimenti (non solo quelli spirituali) sono costretti ad esternalizzarli e ad incarnarli in qualcosa al di fuori da sè, come un simbolo, sentono a loro volta la necessità di imporli anche a chi non li condivide. Il semplice fatto della non condivisione li mette in crisi, poichè si sentono a loro volta non condivisi, cioè attaccati, vulnerabili. Fragili. In parole povere, si trovano a tu per tu con la propria difficoltà di "sentire" e sentono vagamente che di fronte all'opinione "altra", la propria idea di sè stessi, l'immagine, l'"identità" che si sono costruiti con tanto sforzo crolla giù come un castello di carte mal costruito. Insomma, è come se qualcuno dicesse loro: Se io non li condivido quei crocifissi, puoi farlo anche tu. Cosa che inconsciamente temono, il non credere in ciò che professano. Queste persone, com'è il caso di dire, di poca fede mai ammetteranno - soprattutto a sè stesse - la loro difficoltà di "sentire". E' una questione molto delicata e per niente scontata. Spesso chi viene messo in discussione, reagisce in maniera violenta. Conosciamo la storia.
E la violenza diventa istituzionale quando la fede veste gli abiti della politica. Mi fanno sorridere questi leghisti ultra cattolici dediti ai loro feticci cristiani e ai rimpatri forzati dei clandestini. Rido amaro quando ricordo le persone che portavano le pagnotte sotto le finestre di Eluana Englaro. Rido di gusto quando qualche politico cattolico viene beccato con la prostituta di turno e invoca perdono e comprensione per la solitudine che è costretto a vivere.
Per ultimo, voglio concludere con un'ulteriore riflessione su un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti. Mi appare evidente, infatti, che oggi un crocifisso possa rappresentare l'Identità italiana solo attraverso un grande sforzo di fantasia. Guardiamo i giovani. Cosa è rimasto delle parrochie? della messa la domenica mattina? I giovani, ringraziando Iddio, sanno mescolarsi meglio fra di loro. Nelle scuole ragazzi e ragazze di provenienze e culture diverse hanno imparato a comunicare e ad aprire i loro orizzonti. Qualcuno ha perfino sostituito Dio con la playstation (non tutti ovviamente, ma direi in una buona maggioranza). E anche i loro genitori non sono da meno: lo hanno rimpiazzato con il cellulare di ultima generazione, la palestra e il televisore a schermo piatto. Politeisti! Non c'è futuro per la religione cattolica in questa nostra nazione.
A questo punto penso che tanto varrebbe che nei luoghi pubblici d'Italia si sostituisse il crocefisso con l'IPhone, oggetto di culto che oggi sembra rappresentare in modo senz'altro più adeguato l'identità di "noi italiani".
giovedì 29 ottobre 2009
Perdono il posto di lavoro ma nessuno ne parla.
Altri lavoratori perdono il posto di lavoro e ancora una volta, i media non ne parlano.
mercoledì 28 ottobre 2009
GLI OPERAI DELLA BIRAGHI NON VENGONO PAGATI DA 3 MESI E I GIORNALI NON NE PARLANO
venerdì 23 ottobre 2009
Perchè gruppi come "UCCIDIAMO BERLUSCONI" oltre ad essere inutili sono anche dannosi.
Stamattina alle 7.20 apro la pagina de la Repubblica per la consueta rassegna stampa e trovo un articolo con questo titolo: "Web, oltre 14mila per "Uccidiamo Berlusconi"
Alfano: "Indagine sulla sicurezza del premier". Non conoscendo l'esistenza di questo gruppo su facebook prima leggo l'articolo poi vado a cercarlo. Vi riporto la parte finale dell'articolo, che è la più importante:
Il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza, che si è tenuto nel pomeriggio al Viminale, sta valutando con molta attenzione la questione che riguarda il presidente del Consiglio. Lo rivela il ministro Alfano: "Abbiamo affrontato, nel Comitato al Viminale, un tema grande di sicurezza che riguarda la persona del presidente del Consiglio". Quanto al gruppo nato su Facebook, aggiunge: "Mi aspetto che la magistratura faccia il proprio dovere indagando, perseguendo e trovando coloro i quali, inneggiado all'odio e all'omicidio, commettono un reato penale".
Per quel che riguarda l'indagine aperta dalla Procura di Roma, l'ipotesi di reato è di minacce gravi. Dopo l'analisi dei post del gruppo non è escluso che la Procura possa prendere in considerazione anche il reato di istigazione a delinquere. E potrebbero esere adottate misure cautelari, come l'oscuramento della pagina Facebook.
Ad alcuni il pericolo connesso a questo genere di iniziative goliardiche risulta subito chiaro. Per tutti gli altri, spero di poter contribuire a chiarire le idee.
Con provocazioni come queste, due cose si riescono ad ottenere: La prima, di sfogare malamente le proprie ansie e frustrazioni. La seconda, l'innasprimento della repressione. Cosa si aspettavano i fondatori del gruppo? Di passarla liscia senza che nessuno li mettesse sotto indagine?
Ma io non mi preoccupo solo per i fondatori del gruppo. Nè per chi ci si è iscritto. La repressione non si abbatterà su di loro. Ma su chi sta facendo le lotte sociali e sindacali nei territori. Il fatto che il Comitato Nazionale per l'ordine e la sicurezza stia valutando seriamente questo episodio di contestazione goliardica significa che nuovi provvedimenti saranno presi in materia di Ordine Pubblico. Non aspettavano l'ora. Non bisogna dargliene il motivo! Per quello che mi riguarda, ritengo grave l'esistenza di un gruppo come quello.
Concludo facendo appello alla parte sana dell'opposizione in italia, alle cittadine e ai cittadini che sono stufi di doversi continuamente abbassare ai livelli di mediocrità cui non solo Berlusconi, ma tutto l'asse parlamentare ci ha da tempo abituati. Se libertà, eguaglianza, diversità, diritti sono i valori che vogliamo rappresentare, dobbiamo esserne all'altezza.
Da parte mia, io non devo vendervi prodotti editoriali o trasmissioni televisive. Perciò mi permetto di dire chiaro e tondo quello che penso.
Per abbattere il potere dei nani bisogna tornare ad essere grandi.
Non abbassamoci alla mediocrità!
venerdì 24 luglio 2009
INFLUENZA A: GARATTINI, SU VACCINO PRESSIONE DELLE AZIENDE di Manuela Correra
Mi sono permessa questo copia-incolla dalla pagina Ansa perchè le informazioni che riporta sono della massima importanza ed è bene farle circolare il più possibile.
ROMA - Lo dice senza mezzi termini il farmacologo Silvio Garattini: se il virus A/H1N1 della nuova influenza non muterà, acquisendo dunque una maggiore virulenza rispetto allo stato attuale, la vaccinazione di massa annunciata dal governo italiano e da quelli di molti altri paesi "non è necessaria". Una corsa al vaccino, quella determinatasi nelle ultime settimane - mentre i vari colossi farmaceutici impegnati nella produzione si preparano ad avviare la sperimentazione clinica sull'uomo da agosto - che Garattini considera quanto meno eccessiva. Tutto si basa, dice in una intervista all'ANSA, su "ipotesi, di cui non si sa se siano vere o meno".
Perplessità, dunque, sulla reale opportunità ed efficacia dei piani di vaccinazione di massa. Ma non solo. Dietro quella che l'esperto definisce, appunto, una "corsa", si cela altro. Si celano, afferma, enormi interessi economici. Ed anche questo Garattini lo dice in modo chiaro: "Al momento c'é, certamente, una grande pressione da parte delle industrie, che da tale corsa trarranno molte risorse economiche". Un'opinione fuori dal coro, quella del direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, che invita anche a un'ulteriore riflessione: l'attenzione è tutta sulla nuova influenza e "si dimenticano - denuncia - le altre tragedie sanitarie in atto" come l'Aids e la malaria.
- C'E' ALLARMISMO, QUESTO E' UN VIRUS MITE - Il virus A/H1N1, ha spiegato Garattini già nelle scorse settimane, "ha una virulenza mite. Bisogna informare, ma il pericolo - sostiene - é per quelli che vengono dalle zone colpite". Quanto ai farmaci antivirali da utilizzarsi in caso di contagio, come il Tamiflu, Garattini rileva che "in realtà l'attività del farmaco è poca. Nell'influenza normale si risparmia un giorno di malattia su cinque o sei. Però - avverte - ci sono effetti collaterali. Non è che si faccia un grande affare a prenderlo".
- SE VIRUS NON MUTA VACCINAZIONE DI MASSA NON SERVE - Se il virus A/H1N1 manterrà il livello di virulenza attuale con la bassa aggressività clinica sinora registrata, "non c'é la necessità di vaccinare tutta la popolazione" ma, afferma l'esperto, "sarebbe piuttosto opportuno valutare l'ipotesi di vaccinare solo gli operatori sanitari".
- L'OMBRA DEGLI INTERESSI DELLE AZIENDE - "Certamente - ha detto Garattini - c'é una grande pressione da parte dell'industria, che ne trarrà molte risorse economiche". Infatti, "solo fra alcuni mesi si potrà vedere se è veramente necessario questo quantitativo di vaccino in produzione oppure no. Ma se il virus rimane quello che è al momento, allora non ci sarà bisogno di vaccinazioni di massa".
- ANCHE SE VIRUS MUTASSE NON E' DETTO VACCINO FUNZIONI - Se invece il virus dovesse mutare, ha avvertito Garattini, "non è detto che il vaccino in produzione sia in grado di proteggere". Dunque, "realisticamente - ha commentato - quello che andrebbe fatto in questo momento è cercare di diminuire le possibilità di infezione, controllando le frontiere e invitando la gente ad evitare luoghi a rischio e affollati e ad adottare strette misure igieniche".
- SI DIMENTICANO TRAGEDIE VERE - Il punto, avverte, "é che si sta focalizzando l'attenzione solo sulla nuova influenza, dimenticando le altre emergenze sanitarie in atto, a partire dall'Aids". Al momento, ha concluso Garattini, "non siamo di fronte a un reale pericolo e il numero di contagio da virus A/H1N1 nel mondo, sebbene in crescita, resta comunque inferiore a quello relativo a una normale influenza stagionale".
martedì 5 maggio 2009
A CHI NON PIACE LA PECORINA CON SCHIAFFETTO? Viaggio nel più piacevole dei piaceri per demistificare linguaggio e incomprensioni.
Ciao lettore che sei stato attirato dal titolo inusuale e degno di un blando forum erotico interneutico, e benvenuto. Devi sapere che all’inizio volevo intitolare il pezzo così: “PECORINA, FAVA E SCHIAFFETTO, ET VOILA’ IL MENAGE PERFETTO!” Poi ho capito che non potevo ancora presentarvi il mio lato più ludico e divertito. Eccerto, qui siamo tra compagni/e militanti, l’atmosfera è molto diversa da quella del camerino di un teatro, dove capita a volte che vecchie attrici navigate impartiscano lezioni alle giovani inesperte (o così credono loro!) su come praticare il pompino perfetto. Queste orecchie hanno udito cose che voi umani…
E invece a noi cosa succede quando si parla di questi argomenti? Ci si accapiglia: “Papi, Papi…ti faccio un pompi…” recita un mood che fa il verso a note e tristi vicende affatto politiche, non arrivando (nota bene) a completare la “parola”. “Non mi piace” rispondiamo io e poche altre. Di lì, comincia la bagarre. “Basta col vostro moralismo!” scrive lui. “Moralismo??” replichiamo noi. “Basta voi con le vostre impuntature!” “io m’indigno per ben altro: lo sfruttamento, la mafia, le morti sul lavoro!” strepita un altro. “Epperchè, noi no?!?” rispondiamo in coro. “la verità è che le offese sulle donne non contano mai un cazzo, anche per molti che dicono di stare a sinistra!”… “Ma fatela finita voi moraliste che non sapete leggere tra le righe!” “leggere tra le righe??!!??!! Ma che m’hai presa per cretina??” “e secondo voi esagero quando dico che il compromesso storico lo definisco come 40 anni di linguainculo DC-PCI? Mi dovrei appecoronare al linguaggio sinistrorso diessino?” …ok stop… “Ma vattela a pià ‘nd’ er cu…” …stop…”Compagno in piazza Fascista a letto!” “ compagna, compagna…compagna ‘sto ca…”…ho detto STOOOP!! Ma che è ‘sto spettacolo? Torniamo peggio dei quindicenni alla partita di calcetto… Cerchiamo di parlarne in modo sano e divertito, senza cadere negli azzuffamenti e nelle impuntature infantili degne di una scolaresca di 5 anni…Poi, moralista a me che ho nell’armadio un gatto a nove code e un paio di manette color fucsia?? Non che le abbia mai usate, per carità…
Ma perché succede questo? Perché quando ascolto vecchi attori maiali parlare di queste cose non mi offendo come mi offendo quando così si esprime un compagno? Ci ho pensato…ed ecco la risposta: il vecchio attore maiale sublima ad arte l’atto sessuale che non denigra, ma esalta. Porcellizza, ma non sminuisce. E se la porcellizzazione ti piace, buona camicia a tutti!
In politica l’espressione che connota l’atto sessuale prende tutt’altro significato. Cioè denigratorio. Quando si dice che “quella Ministra sta là perché è una pompinara”, si vuol dire che sta lì perché è servile. Quindi si fa l’equazione pompino = servilismo. Ed è vero, perché è in quella chiave che il ricevente s’è fatto fare “il servizietto”. Così, quando anche noi ci esprimiamo nel modo in cui il premier, o chi per lui, ci suggerisce, ne condividiamo troppo inconsapevolmente le basi ideologiche e culturali. In una parola siamo d’accordo con lui. Brrrrrrr….
Giochiamo a demistificare il linguaggio, e poi vedremo se ci verrà così naturale parlare ancora in quel modo…
Oggi parliamo della “PECORINA”.
TECNICA: Questa posizione è nota al grande pubblico come quella che permette all’atto sessuale di esprimersi nel modo più animalesco, selvaggio e privo di inibizioni poiché caratterizzata dalla posizione chiaramente animalesca in cui la donna o l’uomo che ricevono, stanno sulle quattro zampe e si lasciano penetrare alle loro spalle dal partner, privandosi in questo modo dello spettacolo esibito dalle rispettive espressioni buffe che invece ci si nega quando il partner ce l’hai davanti (ora provate a smentirmi questo!). Alle volte i più spregiudicati integrano la pratica dello schiaffetto su natica, più apprezzata dal mondo femminile di quanto normalmente si pensi (o almeno così credo io).
ORIGINI: Il nome lo si deve a un’antica tradizione di pastori che, diciamo così, per passare il lungo tempo a disposizione durante il pascolo, si accoppiavano con le pascolate, cioè le pecore… Solidarietà alle compagne pecore…
COME VIENE USATA L’ESPRESSIONE IN SENSO DENIGRATORIO?
Vengono usate spesso espressioni come “appecoronati”, “farselo mettere al…” “e tu ti ritrovi a quattro zampe col padrone che da dietro…” per esprimere disprezzo, condizione di servilismo oppure per dileggiare, offendere.
PORNO E PECORINA: Nel porno, la scena che siamo abituati a vedere è quella di una donna docile e in preghiera estatica che implora con voce rotta e lamentevole di “riceverne sempre di più”. Lei perde il controllo prima e meglio di lui, dal quale si fa “guidare”. E’ cioè completamente passiva. La perdita del controllo viene qui associata alla sottomissione, allo smarrimento. Il maschio continua ad essere presente, mentre la femmina si perde e dipende ormai totalmente da lui.
GLI INCONVENIENTI: Questa posizione non è proprio l’ideale per un incontro romantico. E poi, se lui va per le lunghe, alla fine tu donna ti ritrovi con le braccia anchilosate, cominci a perdere l’equilibrio e il piacere si trasforma in una snervante, impaziente attesa che tutto finisca al più presto.
Attenzione a non risultare monoritmici: rischiate di farla annoiare veramente e la prossima volta preferirà andare al cinema.
CRITICHE: La pecorina è una posizione che ha suscitato numerose critiche: alcuni ne sottolineano il carattere dominante/dominato, altri parlano del suo aspetto bestiale... Certo, l’uomo prende in mano la situazione, ma in realtà è una posizione che si realizza con la complicità dei due partner e che coinvolge tutto il corpo. Il rapporto sessuale è bello e piacevole quando consenziente da entrambe le parti, sennò non è un rapporto, ma un violento, inqualificabile assolo.
Smentiamo anche il fatto per il quale il partner ricevente è “passivo”. In realtà, e lo sapete bene, collabora molto anche lui/lei coi movimenti dei suoi fianchi.
Si dice comunemente che sia una posizione servile quella del ricevente. In che senso? In questo ho una lacuna, non l’ho ancora capito. Direi piuttosto che il ricevente è Re o Regina, servita nel modo più completo e soddisfacente…se il partner ne è all’altezza, ovviamente.
Infine, se per gli uomini la posizione da dietro è generalmente molto piacevole, può capitare che per alcune donne non sia così. Nell'ambito del genere femminile essa incontra un minore consenso. Per cui importantissimo ancora una volta è il ruolo della reale complicità dei due partner sessuali. Quindi la sensibilità di entrambi e la capacità di superare i limiti del comune pudore insieme, senza forzature. Insomma, deve piacere ad entrambi! Fate attenzione, poiché questa posizione può ingenerare in alcune donne un aumento del senso del pudore e anche della vergogna, poichè più esposte e meno corteggiate.
CONCLUSIONI: Vediamo quindi come la suddetta posizione sia molto eccitante ma, allo stesso tempo, su di lei gravano ancora una serie di tabù culturali che continuano, nonostante la decantata modernità della nostra società, a connotarla in senso anche negativo. Attenzione, ragazzi miei, al contesto culturale. Il sesso spontaneo è bello quando consapevole. Ci si deve divertire (almeno) in due! A volte però puoi bastare anche tu da solo…ma è evidente che non è questo il caso!
QUINDI: se concordiamo che nella pratica della suddetta posizione non vi sia traccia di passività o di asservimento; se concordiamo che è pratica spontanea, piacevole e divertente; se condividiamo la consapevolezza di una sessualità che a volte deve andare per gradi per arrivare a soddisfare tutti…che senso ha continuare ad usare espressioni come “appecoronati al padrone…” “gli ha dato il culo…” ecc…?
A voi le conclusioni.
Ah, un’ultima cosa: sconsigliata per chi soffre di emorroidi…
domenica 3 maggio 2009
CARO/A COMPAGNO/A, IL LINGUAGGIO CHE USI MI OFFENDE E CI INCATENA. Osservazioni sull'utilizzo del linguaggio sessista di troppi/e compagni/e
A fronte di una discussione telematica che ho appena avuto io mi chiedo, e chiedo a tutti/e voi: come si fa a definire sè stessi "compagno/a" e a continuare ad utilizzare un linguaggio come: il pompinaggio, leccaculaggio, zoccola, puttana per offendere la controparte politica? Perchè si insiste sul fatto che un pompino, una pecorina, una zoccola ecc..consistano in cose o persone così scadenti, servili e sporche da poterle usare per offendere chi non stimiamo? E soprattutto non riesco a capire perchè, una volta che si è fatto notare che noi in quanto compagni/e dovremmo essere i primi/e a trovare altre forma del linguaggio, forme che non avallino la cultura del sessismo e della violenza sessuale, ecco mi chiedo perchè le reazioni siano spesso altrettanto violente e di chiusura, come se ci si volesse aggrappare a quelle espressioni come il bimbo fa con la coperta. In cosa rassicurano queste espressioni in chi le esplicita? Ci si sente più forti? Moralmente e fisicamente? Ci si sente superiori? Quanti di noi pensano che un pompino sia un fatto che connota la persona che lo fa come servile? Mmm...temo non poche...temo la maggioranza. Perchè in tantissimi non riescono ad abbandonare questo linguaggio adolescenziale? Cosa, cosa, cosa li/le tiene legati a questo? Perchè si contraggono, si contorcono, si isterizzano se solo gli si osserva che il linguaggio che loro adottano è offensivo per le donne e per i gay? Come si fa a ritenere una tale osservazione una cosa su cui sopravvolare? Come si può essere ciechi al punto di non vedere che quel linguaggio lì, caro/a compagno/a rivluzionario/a, è un linguaggio REAZIONARIO che incatena anche te? Cosa ti costa variare un pò del tuo vocabolario?
Le espressioni che usano i fatti del sesso per connotare negativamente la controparte sono frutto di una mentalità fascista. Del più forte contro chi si espone. Di chi ce l'ha duro. Di chi si prende il potere di giudicare cosa è sporco e servile e cosa no. Cosa vuol dire fascista allora? veramente pensiamo che il fascista sia solo un vecchio nostalgico? O forse non è un atteggiamento mentale, quello dell'arrogante che insulta, che ti tiene sotto, che si sente forte e che però poi ti dice, dandoti una pacca sulla spalla: in fondo le mignotte io le rispetto.
Trovo che questo linguaggio rispecchi una mentalità adolescenziale, volgare, senza argomenti, violenta, aggressiva e, sopratutto, udite udite miei/mei cari/e compagni/e: REAZIONARIA.
Bene, spero che chi continua ad usare questo linguaggio aggrappandocisi disperatamente come ultima dimostrazione di potenza della propria individualità sessuale, non abbia poi la faccia di urlare contro lo stupro e la violenza sulle donne. Insomma, che sia coerente col linguaggio che ha scelto e che usa. Personalmente non ho più intenzione di condividere il mio dolore con gli ipocriti e con chi non riesce a mettersi in discussione.
Chi vuole cambiare il mondo deve trovare il coraggio di cambiare sè stesso. Altrimenti ci stiamo solo prendendo in giro. Trovati un altro hobby.
giovedì 30 aprile 2009
IN FILA DAL DOTTORE...MENO MALE CHE SILVIO C'E'!
E' tardi cavolo! Qualcuno mi apre la porta ed entrando vedo la sala gremita di gente. Niente, le mie speranze di una fila veloce per la visita si estinguono rapidamente. Tentenno, magari torno un'altra volta...Ma decido di forzarmi e di mettermi buona buona ad aspettare, non posso rimandare sempre! Svogliata, prendo il numeretto ...Mentre mi siedo un' anziana signora mi segue con lo sguardo. Faccio sempre questo effetto, qualcuno vuole sempre parlare con me...si vede che ho l'aspetto di quella che sa ascoltare la gente...falsooo...E ora che faccio? come inganno l'attesa? Mi guardo intorno e scorgo la solita pila di giornali coi soliti titoli, gli stessi che trovi dal parrucchiere e dal dentista. Meglio di niente, penso. Ma quando allungo la mano per prenderne uno non so cosa scegliere. Chi? Diva? Panorama? no, basta, non mi va più. Nel ritrarre la mano, appoggio la nuca al muro e socchiudo gli occhi. "Perchè puzzano e sò vestiti male!". Risvegliata da queste parole, spalanco gli occhi e li indirizzo nella direzione da cui proveniva la voce. Naturalmente ho riconosciuto il tema sull'istante..."E' per questo che le vuole lì in parlamento. E certo, guarda queste! Sò racchie in confronto a st'altre! Eh, è evidente...". Questa osservazione mi fa sorridere. Certo, nella mia mente sfilano le immagini di donne in politica come la Bindi, la Binetti e la Finocchiaro...No, aspetta, quest'ultima non si può dire che sia una racchia, anzi. Certo non è una velina, ma ha un suo fascino. Intellettuale direi. "Ecchele, guardale qua!" Prosegue il signore da dietro il banco delle segretarie, rivolgendosi ad un'interlocutrice silenziosa ma annuente. La testa china mi fa supporre che stia leggendo un quotidiano. "E una moglie non se la deve prendere per una cosa così?" L'interlocutrice silenziosa continua a muovere su e giù la testa in segno di consenso. Io comincio a fremere. "Ci siamo - penso - eccomi testimone dell'effetto soap opera. Ora comincerà a difendere la povera Veronica da quel briccone del marito!" Mi mordo la lingua, la tentazione di intervenire sull'argomento comincia a premere lo stomaco. "Lo sa, no? che ha fatto? S'è presentato a mezzanotte ad una festa dov'erano tutte diciottenni!". L'interlocutrice continua ad annuire silenziosamente, credo che ormai abbia inserito l'annuimento automatico. Lui, un uomo che avrà avuto la sua sessantina, continua a sfogliare il quotidiano in estasi, completamente rapito dal soggetto della storia. Un'attenzione, un'atteggiamento di venerazione quasi cristiani. E' un credente senza dubbio. Crede nelle balle dei giornali! La mia eccitazione s'accresce. Ora mi si agitano anche i piedi, sento di esserci vicina. Mi trattengo a stento. Non riuscivo a tollerarlo, sebbene riuscissi a crederci perfettamente. Quell'uomo è sinceramente partecipe dei sentimenti di donna Veronica. La appoggia. E' con lei sinceramente solidale!! Si identifica nelle sofferenze, nei dolori che quella povera donna deve passare a causa del marito birbone. "Veronica è di sinistra! Appoggia la sinistra!! Lo dice il giornale!!!". A queste parole mi sgorga incontrollato una risata un pò sguaiata, ma pare che nessuno ci abbia fatto caso. E' così che sta andando avanti questa storia. Nei bar, negli uffici, sugli autobus, nelle sale d'attesa dei Dottori. Siamo stati tutti catturati dallo stesso plot. Di pessima fattura, per giunta. "Lei non se ne separa perchè in fondo lo ama. E poi non le conviene!". Ferma, 'bbona, zitta! non intervenire! lascia che tutto si svolga come deve essere. Decido di rimanere testimone. In quel momento, proprio lì, in quel preciso istante, guardando quella scena, mi sono sentita come davanti la grande scatola mediatica. Ne sono rimasta incollata, non riesco ad alzarmi. L'Italia è piombata tutta intera dentro un fumettone, una soap opera di pessima qualità, una grande illusione mediatica. E nel frattempo non si parla più di sfollati, di protezione civile, di ricostruzione, di centrali nucleari, di truffe monetarie ai danni dei Comuni, di Sindaci che si dimettono a causa della mafia, di politici corrotti, di pacchetto sicurezza, di crisi ecc...Siamo dentro la grande macchina mediatica che produce irrealtà da vivere. Partecipiamo ai dolori di Donna Veronica, le cui sofferenze contribuiscono a costruire per lei una leggenda intramontabile, come quella di Haudrey Hepburn, tanto amata dal pubblico perchè sfigata in amore. Siamo nel Truman Show. Cercano di farci vivere una vita irreale, quella di persone che non conosceremo mai. E intanto si "occupano" di noi. E io che fremo, fremo, fremo. Ma non intervengo. Meglio ascoltare, meglio capire come funzionano le cose. Il tempo per parlare verrà. Tutto sommato mi ritengo fortunata: Ho avuto di che distrarmi nella lunga attesa dal Dottore. Meno male che Silvio c'è! La prossima volta però, niente ritardi!
mercoledì 29 aprile 2009
I SEGRETI ALLA BASE DELLA FAMOSA SAGA BERLUSKONIFULL
Lo sapete cos'è un plot high-concept? E' la sceneggiatura "forte" alla base di un film di successo. Lo sapete come si scrive un film high-concept? Semplice: Prendete tre tipi di conflitto: Il primo Globale (ad es. il conflitto di un imprenditore rampante che vuole salvare il suo amato paese dalla imminente presa del potere di pericolosi comunisti nostalgici dell'URSS), poi interpersonale (il conflitto di questo imprenditore che si mette in politica si concretizza nelle relazioni coi suoi oppositori comunisti, come Di Pietro o l'ex andreottiano Franceschini) ed infine il conflitto personale (cioè come la vita personale di questo nobil uomo viene effettata dalle sue coraggiose scelte politiche, ad es. i riflessi familiari di questa scelta). Perchè si usano questi tre titpi di conflitto in un film commerciale e di successo? Semplice: perchè il conflitto è ciò che ci tiene incollati allo schermo. Ed è l'ingrediente che gli autori usano per far si che lo spettatore si identifichi coi personaggi del suo film. Queste sono banali regole che ogni scrittore ed autore usano come strumenti base del loro lavoro. Ecco, le uscite di donna Veronica e le risposte del marito Premier vanno viste nell'ottica di completare il terzo conflitto. E' l'ingrediente in più che ci fa seguire la soap opera come fossimo di casa. L'ingrediente che ci aiuta ad identificarci nelle banali discussioni della famiglia Berlusconi. La nostra attenzione su Silvio è in questo modo completa, entriamo nell'intimo di casa sua (o così crediamo di fare), ce lo familiarizza. In un certo senso, ce lo rende umano, meno distante, quasi simpatico. Le uscite di Berluska e compari non sono mai lasciate al caso. Dietro di esse c'è la direzione sapiente di una regia che sa come ottenere la nostra attenzione. E non solo, la nostra simpatia. Distogliendoci dallo sfondo, quello dietro le cose apparenti, il background dove si concludono le vicende importanti del nostro paese.
venerdì 24 aprile 2009
SVOLTA AUTORITARIA E NUOVA FORMA STATO
Stiamo vivendo una svolta storica. Stiamo per conoscere una nuova forma stato che sta già facendo sentire la sua influenza anche in altri paesi europei, come l’Inghilterra e la Francia. Stiamo per conoscere un sistema autoritario che garantirà libertà effimere negando quelle sostanziali, ma solo i diretti interessati se ne accorgeranno. A loro verranno dati dei contentini, saranno drogati con la televisione, la musica, i divertimenti, internet.. siamo già assuefatti alla mancanza di diritti elementari, come quello al lavoro o anche quello ad una corretta informazione, o ancora all’istruzione. Da giovane mi chiedevo come fosse possibile che il programma scolastico di storia, io che facevo il classico, fosse così difficile da compiere. Mi chiedevo come mai non si riuscisse neanche ad arrivare a studiare il fascismo. In fondo il programma iniziava dalla restaurazione del 1814, che ci voleva ad arrivare almeno al dopoguerra? Le ore scolastiche rese disponibili allo studio della storia, e troppo spesso anche la qualità dei testi di studio, erano scarse. Insegnanti eroici sono riusciti a compiere imprese titaniche, ma solo grazie alla loro volontà e al loro senso civico. Dei testi poi, non ne parliamo. Mi è capitato proprio in questi giorni di andare a spulciarne le pagine, proprio quei vecchi testi che io avevo messo da parte per ricordo. Nel rileggerli, mi sono resa conto di quanto fosse tutto così didascalico e per niente stimolante. Voglio dire, un testo di storia contemporanea dovrebbe avere tra i suoi propositi anche quello di allenare le menti e le coscienze dei giovani alla riflessione. Cos’è una democrazia? Come nasce? Come si organizza? Perché dovrebbe essere meglio di un’altra forma stato? Per quale motivo l’abbiamo scelta? E invece il testo che avevo ripreso in mano era una corsa frenetica verso date ed eventi che, letti così, risultavano noiosissimi e privi di vita! E si, perché la costituzione, tanto per fare un esempio, non è solo un elenco di diritti e doveri da sapere a memoria, ma vita, il risultato della vita, di molte vite che si sono sacrificate per lei, che per lei hanno sofferto l’inferno, che si sono viste perdere altre vite intorno, che hanno gioito dei risultati delle loro fatiche, che hanno osato sperare quando tutto era buio intorno, che hanno fatto anche dei compromessi per venire incontro alle esigenze di tutti. Vita. La nostra storia è vita! La memoria è vita. E speranza. Quando sono giù di corda perché tutto sembra andare inesorabilmente verso “quella” direzione, quando mi capita di pensare che non credo più negli esseri umani, specie negli esseri umani d’Italia, rivolgo il mio pensiero alle testimonianze orali di quella gente comune senza la quale la nostra storia non si sarebbe fatta. Quelle storie hanno su di me lo stesso effetto che su di un bambino ha il racconto di Don Chisciotte o di Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda. C’è tanta nobiltà d’animo, dignità, coraggio, entusiasmo, generosità. Io non dimentico quello che siamo stati e quello che possiamo ancora essere, anche quando la nostra storia si farà più cupa.
Su cosa si fonderà la nuova forma stato? I suoi principi morali possiamo desumerli già da ora: la tradizione, la cristianità, il coraggio dei ragazzi di Salò che hanno combattuto per la libertà contro l’oppressore comunista. Quali saranno le economie e le industrie alla sua base? quelle del sommerso, del criminale, del capitale finanziario illecito. Quale ruolo all’interno dell’Europa? Mi spingo già da ora a fare un’ipotesi che potrà sembrare degna di un plot da fiction: saremo (come già di fatto siamo) il polo criminale dell’Europa. Perché sappiamo che il capitale non può sopravvivere senza il suo lato illecito. Sebbene dall’Europa ci arrivino le critiche che ormai conosciamo molto bene, sul piano economico l’Italia è utilissima a tutto il vecchio continente, per il quale gestirà gli affari sporchi senza i quali non c’è sviluppo economico.
Ma come siamo arrivati a questo? quando è iniziato tutto questo? cosa possiamo fare per contrastarlo?
Le risposte non sono così scontate. Questo è il risultato di un lungo processo di lotte ed aggiustamenti che s’è aperto con l’Unità d’Italia. E’ da allora che la forma stato italiana non trova pace. E’ da allora che gruppi elitaristici cercano di arrivare alla situazione ideale della gestione del potere, privando l’Italia della lenta e giusta evoluzione naturale delle forme di governo e intervenendo continuamente con violenza su di esse. Ovviamente i loro interessi si sono evoluti nel corso della storia, alcuni obiettivi sono cambiati. Ma la sostanza rimane. Ora stanno vincendo, stanno portando a conclusione un processo che è durato circa 150 anni. Noi cosa possiamo fare? In assenza di un’opposizione organizzata e radicata, quello che ci rimane di fare è essere attenti e vigili testimoni della trasformazione in atto. Lasciare una testimonianza a coloro che cambieranno le cose e ricordare loro il pericolo della continuità dello stato, esortarli affinché non si ripeta l’errore storico di traghettare il vecchio nel nuovo, di essere coraggiosi nelle scelte. Perché la storia in fondo è questo: una continua evoluzione. Niente dura in eterno.
giovedì 23 aprile 2009
INDICAZIONI ASSOLUTAMENTE UTILI IN CASO DI VIOLENZA SESSUALE O STALKING, preso direttamente dal sito della polizia di stato italiana
Dalle minacce alle violenze: storie di persecuzioni quotidiane
L'obiettivo è procurare uno stato di ansia alla vittima, tenerla sotto scacco con continue minacce, appostamenti, molestie e altri atteggiamenti che provocano paura, costringendola spesso a cambiare abitudini e modo di vivere. Questo è lo stalking un fenomeno che colpisce nella maggior parte dei casi le donne e che da 2 mesi è diventato un reato per il quale si prevede anche la reclusione da 6 mesi a 4 anni. È stato convertito in legge il 22 aprile il decreto sulla sicurezza n.11 varato dal Consiglio dei ministri il 23 febbraio 2009 che prevede anche pene più severe contro chi commette violenze sessuali.
Le nuove norme anti-stalking introducono nel codice penale con l'art. 612-bis il reato di atti persecutori. Sono atteggiamenti sempre più diffusi che cominciano con semplici sms ma che spesso si trasformano, con il tempo, in atteggiamenti violenti e molto pericolosi. Violenze in molti casi fisiche, di cui sono piene le cronache di tv e giornali, come quello della giovane donna romena presa a calci e pugni dal marito, non rassegnato alla separazione, ma che grazie alla nuova legge è stato arrestato dagli uomini della Squadra mobile di Milano. Nei due mesi successivi all'approvazione del decreto-legge (23 febbario-22 aprile 2009) "gli arresti per stalking sono stati 102 e le persone denunciate e sotto indagine 132".
Denunciare è fondamentale
Contro questi reati si procede d'ufficio solo se sono commessi nei confronti di minori o di persone disabili; negli altri casi il delitto viene punito solo se la vittima sporge querela entro 6 mesi dai fatti. Prima di presentare querela la persona offesa può chiedere un provvedimento di "ammonimento" da parte del questore che, ritenendo fondata l'istanza, invita il molestatore a tenere una condotta conforme alla legge. Se lo stalker invece continua nei suoi atteggiamenti molesti e minacciosi si può procedere d'ufficio e la pena viene anche aumentata. Le pene sono più gravi se a commettere il fatto è una persona che è stata affettivamente legata alla vittima, o il coniuge, legalmente separato o divorziato. Ancora più gravi se il reato viene commesso a danno di minori, di donne in stato di gravidanza o persone disabili.
Dopo che è stata sporta denuncia il poliziotto fornisce, tra le altre cose, alla vittima informazioni e contatti con i centri antiviolenza presenti nella sua zona di residenza. Per aiutare e indirizzare le vittime ai vari servizi di assistenza è attivo anche un numero del dipartimento per le Pari Opportunità: 1522.
Come cercare di proteggersi
Lo stalking è un reato in crescita facilitato anche dalla sempre maggior diffusione di telefonini e computer "che permettono agli aguzzini" - sostiene il vice questore Domenico Foglia della polizia postale della Campania che di anni si occupa del fenomeno - "di sperimentare sempre più sofisticate tecniche di violenza, attraverso sms, e-mail, chat e social network". Già dal novembre 2007 la Polizia di Stato e il Dipartimento di Psicologia della seconda Università di Napoli avevano dato vita a un progetto per monitorare e conoscere meglio le caratteristiche di questo fenomeno realizzando anche una guida di consigli: "Silvia" (stalking inventory list per vittime ed autori), consultabile sul nostro sito.
A questo scopo anche le singole questure si stanno organizzando per aiutare le vittime di questo grave fenomeno mettendo in pratica le novità di legge. La questura di Firenze, ad esempio, ricorda alle vittime di non aver paura a chiamare il 113 per farsi aiutare suggerendo inoltre che in caso di atti persecutori è opportuno:
- Evitare qualsiasi contatto con lo "stalker"
- Conservare le prove dei contatti:
- attivare una segreteria telefonica
- registrare le telefonate
- memorizzare gli sms
- conservare le mail
- conservare eventuali bigliettini
- annotare tutti gli episodi avvenuti, specificando cosa è successo, quando e dove ed eventuali testimoni
- Mettere in pratica strategie di sicurezza, tra le quali:
- informare della situazione le persone vicine
- non diffondere informazioni personali
- tenere sempre a portata di mano un cellulare per poter chiedere aiuto in caso di emergenza
mercoledì 22 aprile 2009
MI PRESENTO: PERCHE' APRO QUESTO SPAZIO
Cade ogni opaco pensiero, spalanco gli occhi e, stupita, interrompo tutto. Mi volto verso lo schermo piatto e finalmente mi risveglio a ciò che stava accadendo. La notizia veniva data in diretta TV mentre le camere erano riunite per procedere in tutta fretta al varo della legge sul testamento biologico che, secondo alcuni, avrebbe salvato la vita di Eluana. Eh si, ma...non aveva già deciso la corte di cassazione in merito? Mi precipito su Facebook e vedo che in tantissimi sono già in fermento. Una guerriglia di opinioni era già in corso. I toni erano di cordoglio, ma anche conflittuali. Gli uni si scagliavano sugli altri. Il popolo di Facebook, come quello italiano, era chiaramente diviso sulla questione Eluana.
Eppure c'era un qualcosa, un fatto importante che queste discussioni animate e a volte piene d'odio trascuravano...Nessuno si poneva il dubbio circa la leicità, circa la costituzionalità dell'atto di riunire le camere per varare una legge sui cui contenuti si era già espressa la corte di cassazione. Si trattava di derogare al principio della "separazione dei poteri". E nessuno ne parlava. Ci si scannava tutti a riguardo della povera vita o non vita di quella ex ragazza, ma non si pensava ad agire in direzione di quella che spesse volte viene invocata da molte parti e a gran voce come "difesa della costituzione". Difesa che, evidentemente, in pochi conducono nei fatti.
La drammaticità di quell' evento fu tale da farmi tornare alla realtà, alla comprensione angosciosa che, chissà come, si era rischiato di arrivare a un punto di non ritorno, a una svolta importante della vita istituzionale della Repubblica. Se Eluana non si fosse spenta in quel preciso momento, una modifica fondamentale della costituzione materiale (quella costituzione non scritta ma che, nei fatti, influenza decisamente la prassi istituzionale) avrebbe di fatto resa quella formale (la nostra costituzione scritta) del tutto superata. A quel punto, qualsiasi riforma istituzionale sarebbe stata possibile.
Mi astengo su ogni commento circa la vicenda umana di Eluana come anche su quella politica.
Questo spazio nasce con l'intento di chiarire prima di tutto a me stessa com'è stato possibile arrivare a questo punto. L'allarme di quei giorni ha rimesso sotto pressione la mia coscienza, mi ha creato dubbi, insicurezza, bisogno di capire. Nasce così un percorso di auto documentazione mirato alla ricerca della comprensione di ciò che stiamo vivendo in questi tempi, percorso che trova le sue risposte in luoghi del tempo apparentemente lontani.
Io non sono una giornalista, per questo non farò il lavoro che fanno già in tanti di buona informazione sui fatti specifici. Non sono una militante, non avrò gli strumenti di elaborazione e presentazione dei miei lavori tipici di quel tipo di persona. Sono un'attrice, un'artista. La mia ricerca, e la condivisione della stessa, seguirà i criteri della mia natura.
Metto qui i passaggi più importanti di questa mia ricerca sperando di dare un contributo alla riflessione di chi, come me, si sente perso.
Chiunque abbia voglia di contribuire a sua volta con spunti, riflessioni, suggerimenti di video o testi, ma anche con musiche (libere dal vincolo del diritto d'autore) o disponibilità ad un montaggio video un pochino più vivace (non sono onniscente, ho bisogno di aiuto...) ecc...è ben accolto! Anzi, benissimo!!
PERCHE' LE ESTERNAZIONI DI LA RUSSA SULLA RESISTENZA DEI ROSSI NON SORPRENDONO
E' per questo che, tornando a La Russa, ci si permette di dire che "i partigiani rossi non vanno celebrati come liberatori". Perchè questo concetto rappresenta IL CORONAMENTO TEORICO SU CUI SI BASERA' LA CONCLUSIONE DELLA RESTAURAZIONE. A rappresentare la base dei valori della nuova forma stato (perchè di riforme istituzionali si parla) si sostituiranno al principio dell'antifascismo, lo "spirito generoso" e "in buona fede" dei ragazzi di Salò, portatori dei valori della tradizione, della cristianità e delle (loro) libertà.