domenica 3 maggio 2009

CARO/A COMPAGNO/A, IL LINGUAGGIO CHE USI MI OFFENDE E CI INCATENA. Osservazioni sull'utilizzo del linguaggio sessista di troppi/e compagni/e


A fronte di una discussione telematica che ho appena avuto io mi chiedo, e chiedo a tutti/e voi: come si fa a definire sè stessi "compagno/a" e a continuare ad utilizzare un linguaggio come: il pompinaggio, leccaculaggio, zoccola, puttana per offendere la controparte politica? Perchè si insiste sul fatto che un pompino, una pecorina, una zoccola ecc..consistano in cose o persone così scadenti, servili e sporche da poterle usare per offendere chi non stimiamo? E soprattutto non riesco a capire perchè, una volta che si è fatto notare che noi in quanto compagni/e dovremmo essere i primi/e a trovare altre forma del linguaggio, forme che non avallino la cultura del sessismo e della violenza sessuale, ecco mi chiedo perchè le reazioni siano spesso altrettanto violente e di chiusura, come se ci si volesse aggrappare a quelle espressioni come il bimbo fa con la coperta. In cosa rassicurano queste espressioni in chi le esplicita? Ci si sente più forti? Moralmente e fisicamente? Ci si sente superiori? Quanti di noi pensano che un pompino sia un fatto che connota la persona che lo fa come servile? Mmm...temo non poche...temo la maggioranza. Perchè in tantissimi non riescono ad abbandonare questo linguaggio adolescenziale? Cosa, cosa, cosa li/le tiene legati a questo? Perchè si contraggono, si contorcono, si isterizzano se solo gli si osserva che il linguaggio che loro adottano è offensivo per le donne e per i gay? Come si fa a ritenere una tale osservazione una cosa su cui sopravvolare? Come si può essere ciechi al punto di non vedere che quel linguaggio lì, caro/a compagno/a rivluzionario/a, è un linguaggio REAZIONARIO che incatena anche te? Cosa ti costa variare un pò del tuo vocabolario?
Le espressioni che usano i fatti del sesso per connotare negativamente la controparte sono frutto di una mentalità fascista. Del più forte contro chi si espone. Di chi ce l'ha duro. Di chi si prende il potere di giudicare cosa è sporco e servile e cosa no. Cosa vuol dire fascista allora? veramente pensiamo che il fascista sia solo un vecchio nostalgico? O forse non è un atteggiamento mentale, quello dell'arrogante che insulta, che ti tiene sotto, che si sente forte e che però poi ti dice, dandoti una pacca sulla spalla: in fondo le mignotte io le rispetto.
Trovo che questo linguaggio rispecchi una mentalità adolescenziale, volgare, senza argomenti, violenta, aggressiva e, sopratutto, udite udite miei/mei cari/e compagni/e: REAZIONARIA.
Bene, spero che chi continua ad usare questo linguaggio aggrappandocisi disperatamente come ultima dimostrazione di potenza della propria individualità sessuale, non abbia poi la faccia di urlare contro lo stupro e la violenza sulle donne. Insomma, che sia coerente col linguaggio che ha scelto e che usa. Personalmente non ho più intenzione di condividere il mio dolore con gli ipocriti e con chi non riesce a mettersi in discussione.
Chi vuole cambiare il mondo deve trovare il coraggio di cambiare sè stesso. Altrimenti ci stiamo solo prendendo in giro. Trovati un altro hobby.

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