venerdì 24 aprile 2009

SVOLTA AUTORITARIA E NUOVA FORMA STATO


Stiamo vivendo una svolta storica. Stiamo per conoscere una nuova forma stato che sta già facendo sentire la sua influenza anche in altri paesi europei, come l’Inghilterra e la Francia. Stiamo per conoscere un sistema autoritario che garantirà libertà effimere negando quelle sostanziali, ma solo i diretti interessati se ne accorgeranno. A loro verranno dati dei contentini, saranno drogati con la televisione, la musica, i divertimenti, internet.. siamo già assuefatti alla mancanza di diritti elementari, come quello al lavoro o anche quello ad una corretta informazione, o ancora all’istruzione. Da giovane mi chiedevo come fosse possibile che il programma scolastico di storia, io che facevo il classico, fosse così difficile da compiere. Mi chiedevo come mai non si riuscisse neanche ad arrivare a studiare il fascismo. In fondo il programma iniziava dalla restaurazione del 1814, che ci voleva ad arrivare almeno al dopoguerra? Le ore scolastiche rese disponibili allo studio della storia, e troppo spesso anche la qualità dei testi di studio, erano scarse. Insegnanti eroici sono riusciti a compiere imprese titaniche, ma solo grazie alla loro volontà e al loro senso civico. Dei testi poi, non ne parliamo. Mi è capitato proprio in questi giorni di andare a spulciarne le pagine, proprio quei vecchi testi che io avevo messo da parte per ricordo. Nel rileggerli, mi sono resa conto di quanto fosse tutto così didascalico e per niente stimolante. Voglio dire, un testo di storia contemporanea dovrebbe avere tra i suoi propositi anche quello di allenare le menti e le coscienze dei giovani alla riflessione. Cos’è una democrazia? Come nasce? Come si organizza? Perché dovrebbe essere meglio di un’altra forma stato? Per quale motivo l’abbiamo scelta? E invece il testo che avevo ripreso in mano era una corsa frenetica verso date ed eventi che, letti così, risultavano noiosissimi e privi di vita! E si, perché la costituzione, tanto per fare un esempio, non è solo un elenco di diritti e doveri da sapere a memoria, ma vita, il risultato della vita, di molte vite che si sono sacrificate per lei, che per lei hanno sofferto l’inferno, che si sono viste perdere altre vite intorno, che hanno gioito dei risultati delle loro fatiche, che hanno osato sperare quando tutto era buio intorno, che hanno fatto anche dei compromessi per venire incontro alle esigenze di tutti. Vita. La nostra storia è vita! La memoria è vita. E speranza. Quando sono giù di corda perché tutto sembra andare inesorabilmente verso “quella” direzione, quando mi capita di pensare che non credo più negli esseri umani, specie negli esseri umani d’Italia, rivolgo il mio pensiero alle testimonianze orali di quella gente comune senza la quale la nostra storia non si sarebbe fatta. Quelle storie hanno su di me lo stesso effetto che su di un bambino ha il racconto di Don Chisciotte o di Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda. C’è tanta nobiltà d’animo, dignità, coraggio, entusiasmo, generosità. Io non dimentico quello che siamo stati e quello che possiamo ancora essere, anche quando la nostra storia si farà più cupa.
Su cosa si fonderà la nuova forma stato? I suoi principi morali possiamo desumerli già da ora: la tradizione, la cristianità, il coraggio dei ragazzi di Salò che hanno combattuto per la libertà contro l’oppressore comunista. Quali saranno le economie e le industrie alla sua base? quelle del sommerso, del criminale, del capitale finanziario illecito. Quale ruolo all’interno dell’Europa? Mi spingo già da ora a fare un’ipotesi che potrà sembrare degna di un plot da fiction: saremo (come già di fatto siamo) il polo criminale dell’Europa. Perché sappiamo che il capitale non può sopravvivere senza il suo lato illecito. Sebbene dall’Europa ci arrivino le critiche che ormai conosciamo molto bene, sul piano economico l’Italia è utilissima a tutto il vecchio continente, per il quale gestirà gli affari sporchi senza i quali non c’è sviluppo economico.
Ma come siamo arrivati a questo? quando è iniziato tutto questo? cosa possiamo fare per contrastarlo?
Le risposte non sono così scontate. Questo è il risultato di un lungo processo di lotte ed aggiustamenti che s’è aperto con l’Unità d’Italia. E’ da allora che la forma stato italiana non trova pace. E’ da allora che gruppi elitaristici cercano di arrivare alla situazione ideale della gestione del potere, privando l’Italia della lenta e giusta evoluzione naturale delle forme di governo e intervenendo continuamente con violenza su di esse. Ovviamente i loro interessi si sono evoluti nel corso della storia, alcuni obiettivi sono cambiati. Ma la sostanza rimane. Ora stanno vincendo, stanno portando a conclusione un processo che è durato circa 150 anni. Noi cosa possiamo fare? In assenza di un’opposizione organizzata e radicata, quello che ci rimane di fare è essere attenti e vigili testimoni della trasformazione in atto. Lasciare una testimonianza a coloro che cambieranno le cose e ricordare loro il pericolo della continuità dello stato, esortarli affinché non si ripeta l’errore storico di traghettare il vecchio nel nuovo, di essere coraggiosi nelle scelte. Perché la storia in fondo è questo: una continua evoluzione. Niente dura in eterno.

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