martedì 5 maggio 2009

A CHI NON PIACE LA PECORINA CON SCHIAFFETTO? Viaggio nel più piacevole dei piaceri per demistificare linguaggio e incomprensioni.


Ciao lettore che sei stato attirato dal titolo inusuale e degno di un blando forum erotico interneutico, e benvenuto. Devi sapere che all’inizio volevo intitolare il pezzo così: “PECORINA, FAVA E SCHIAFFETTO, ET VOILA’ IL MENAGE PERFETTO!” Poi ho capito che non potevo ancora presentarvi il mio lato più ludico e divertito. Eccerto, qui siamo tra compagni/e militanti, l’atmosfera è molto diversa da quella del camerino di un teatro, dove capita a volte che vecchie attrici navigate impartiscano lezioni alle giovani inesperte (o così credono loro!) su come praticare il pompino perfetto. Queste orecchie hanno udito cose che voi umani…

E invece a noi cosa succede quando si parla di questi argomenti? Ci si accapiglia: “Papi, Papi…ti faccio un pompi…” recita un mood che fa il verso a note e tristi vicende affatto politiche, non arrivando (nota bene) a completare la “parola”. “Non mi piace” rispondiamo io e poche altre. Di lì, comincia la bagarre. “Basta col vostro moralismo!” scrive lui. “Moralismo??” replichiamo noi. “Basta voi con le vostre impuntature!” “io m’indigno per ben altro: lo sfruttamento, la mafia, le morti sul lavoro!” strepita un altro. “Epperchè, noi no?!?” rispondiamo in coro. “la verità è che le offese sulle donne non contano mai un cazzo, anche per molti che dicono di stare a sinistra!”… “Ma fatela finita voi moraliste che non sapete leggere tra le righe!” “leggere tra le righe??!!??!! Ma che m’hai presa per cretina??” “e secondo voi esagero quando dico che il compromesso storico lo definisco come 40 anni di linguainculo DC-PCI? Mi dovrei appecoronare al linguaggio sinistrorso diessino?” …ok stop… “Ma vattela a pià ‘nd’ er cu…” …stop…”Compagno in piazza Fascista a letto!” “ compagna, compagna…compagna ‘sto ca…”…ho detto STOOOP!! Ma che è ‘sto spettacolo? Torniamo peggio dei quindicenni alla partita di calcetto… Cerchiamo di parlarne in modo sano e divertito, senza cadere negli azzuffamenti e nelle impuntature infantili degne di una scolaresca di 5 anni…Poi, moralista a me che ho nell’armadio un gatto a nove code e un paio di manette color fucsia?? Non che le abbia mai usate, per carità…
Ma perché succede questo? Perché quando ascolto vecchi attori maiali parlare di queste cose non mi offendo come mi offendo quando così si esprime un compagno? Ci ho pensato…ed ecco la risposta: il vecchio attore maiale sublima ad arte l’atto sessuale che non denigra, ma esalta. Porcellizza, ma non sminuisce. E se la porcellizzazione ti piace, buona camicia a tutti!
In politica l’espressione che connota l’atto sessuale prende tutt’altro significato. Cioè denigratorio. Quando si dice che “quella Ministra sta là perché è una pompinara”, si vuol dire che sta lì perché è servile. Quindi si fa l’equazione pompino = servilismo. Ed è vero, perché è in quella chiave che il ricevente s’è fatto fare “il servizietto”. Così, quando anche noi ci esprimiamo nel modo in cui il premier, o chi per lui, ci suggerisce, ne condividiamo troppo inconsapevolmente le basi ideologiche e culturali. In una parola siamo d’accordo con lui. Brrrrrrr….
Giochiamo a demistificare il linguaggio, e poi vedremo se ci verrà così naturale parlare ancora in quel modo…


Oggi parliamo della “PECORINA”.

TECNICA: Questa posizione è nota al grande pubblico come quella che permette all’atto sessuale di esprimersi nel modo più animalesco, selvaggio e privo di inibizioni poiché caratterizzata dalla posizione chiaramente animalesca in cui la donna o l’uomo che ricevono, stanno sulle quattro zampe e si lasciano penetrare alle loro spalle dal partner, privandosi in questo modo dello spettacolo esibito dalle rispettive espressioni buffe che invece ci si nega quando il partner ce l’hai davanti (ora provate a smentirmi questo!). Alle volte i più spregiudicati integrano la pratica dello schiaffetto su natica, più apprezzata dal mondo femminile di quanto normalmente si pensi (o almeno così credo io).

ORIGINI: Il nome lo si deve a un’antica tradizione di pastori che, diciamo così, per passare il lungo tempo a disposizione durante il pascolo, si accoppiavano con le pascolate, cioè le pecore… Solidarietà alle compagne pecore…

COME VIENE USATA L’ESPRESSIONE IN SENSO DENIGRATORIO?
Vengono usate spesso espressioni come “appecoronati”, “farselo mettere al…” “e tu ti ritrovi a quattro zampe col padrone che da dietro…” per esprimere disprezzo, condizione di servilismo oppure per dileggiare, offendere.

PORNO E PECORINA: Nel porno, la scena che siamo abituati a vedere è quella di una donna docile e in preghiera estatica che implora con voce rotta e lamentevole di “riceverne sempre di più”. Lei perde il controllo prima e meglio di lui, dal quale si fa “guidare”. E’ cioè completamente passiva. La perdita del controllo viene qui associata alla sottomissione, allo smarrimento. Il maschio continua ad essere presente, mentre la femmina si perde e dipende ormai totalmente da lui.

GLI INCONVENIENTI: Questa posizione non è proprio l’ideale per un incontro romantico. E poi, se lui va per le lunghe, alla fine tu donna ti ritrovi con le braccia anchilosate, cominci a perdere l’equilibrio e il piacere si trasforma in una snervante, impaziente attesa che tutto finisca al più presto.
Attenzione a non risultare monoritmici: rischiate di farla annoiare veramente e la prossima volta preferirà andare al cinema.

CRITICHE: La pecorina è una posizione che ha suscitato numerose critiche: alcuni ne sottolineano il carattere dominante/dominato, altri parlano del suo aspetto bestiale... Certo, l’uomo prende in mano la situazione, ma in realtà è una posizione che si realizza con la complicità dei due partner e che coinvolge tutto il corpo. Il rapporto sessuale è bello e piacevole quando consenziente da entrambe le parti, sennò non è un rapporto, ma un violento, inqualificabile assolo.
Smentiamo anche il fatto per il quale il partner ricevente è “passivo”. In realtà, e lo sapete bene, collabora molto anche lui/lei coi movimenti dei suoi fianchi.
Si dice comunemente che sia una posizione servile quella del ricevente. In che senso? In questo ho una lacuna, non l’ho ancora capito. Direi piuttosto che il ricevente è Re o Regina, servita nel modo più completo e soddisfacente…se il partner ne è all’altezza, ovviamente.
Infine, se per gli uomini la posizione da dietro è generalmente molto piacevole, può capitare che per alcune donne non sia così. Nell'ambito del genere femminile essa incontra un minore consenso. Per cui importantissimo ancora una volta è il ruolo della reale complicità dei due partner sessuali. Quindi la sensibilità di entrambi e la capacità di superare i limiti del comune pudore insieme, senza forzature. Insomma, deve piacere ad entrambi! Fate attenzione, poiché questa posizione può ingenerare in alcune donne un aumento del senso del pudore e anche della vergogna, poichè più esposte e meno corteggiate.

CONCLUSIONI: Vediamo quindi come la suddetta posizione sia molto eccitante ma, allo stesso tempo, su di lei gravano ancora una serie di tabù culturali che continuano, nonostante la decantata modernità della nostra società, a connotarla in senso anche negativo. Attenzione, ragazzi miei, al contesto culturale. Il sesso spontaneo è bello quando consapevole. Ci si deve divertire (almeno) in due! A volte però puoi bastare anche tu da solo…ma è evidente che non è questo il caso!

QUINDI: se concordiamo che nella pratica della suddetta posizione non vi sia traccia di passività o di asservimento; se concordiamo che è pratica spontanea, piacevole e divertente; se condividiamo la consapevolezza di una sessualità che a volte deve andare per gradi per arrivare a soddisfare tutti…che senso ha continuare ad usare espressioni come “appecoronati al padrone…” “gli ha dato il culo…” ecc…?
A voi le conclusioni.

Ah, un’ultima cosa: sconsigliata per chi soffre di emorroidi…

domenica 3 maggio 2009

CARO/A COMPAGNO/A, IL LINGUAGGIO CHE USI MI OFFENDE E CI INCATENA. Osservazioni sull'utilizzo del linguaggio sessista di troppi/e compagni/e


A fronte di una discussione telematica che ho appena avuto io mi chiedo, e chiedo a tutti/e voi: come si fa a definire sè stessi "compagno/a" e a continuare ad utilizzare un linguaggio come: il pompinaggio, leccaculaggio, zoccola, puttana per offendere la controparte politica? Perchè si insiste sul fatto che un pompino, una pecorina, una zoccola ecc..consistano in cose o persone così scadenti, servili e sporche da poterle usare per offendere chi non stimiamo? E soprattutto non riesco a capire perchè, una volta che si è fatto notare che noi in quanto compagni/e dovremmo essere i primi/e a trovare altre forma del linguaggio, forme che non avallino la cultura del sessismo e della violenza sessuale, ecco mi chiedo perchè le reazioni siano spesso altrettanto violente e di chiusura, come se ci si volesse aggrappare a quelle espressioni come il bimbo fa con la coperta. In cosa rassicurano queste espressioni in chi le esplicita? Ci si sente più forti? Moralmente e fisicamente? Ci si sente superiori? Quanti di noi pensano che un pompino sia un fatto che connota la persona che lo fa come servile? Mmm...temo non poche...temo la maggioranza. Perchè in tantissimi non riescono ad abbandonare questo linguaggio adolescenziale? Cosa, cosa, cosa li/le tiene legati a questo? Perchè si contraggono, si contorcono, si isterizzano se solo gli si osserva che il linguaggio che loro adottano è offensivo per le donne e per i gay? Come si fa a ritenere una tale osservazione una cosa su cui sopravvolare? Come si può essere ciechi al punto di non vedere che quel linguaggio lì, caro/a compagno/a rivluzionario/a, è un linguaggio REAZIONARIO che incatena anche te? Cosa ti costa variare un pò del tuo vocabolario?
Le espressioni che usano i fatti del sesso per connotare negativamente la controparte sono frutto di una mentalità fascista. Del più forte contro chi si espone. Di chi ce l'ha duro. Di chi si prende il potere di giudicare cosa è sporco e servile e cosa no. Cosa vuol dire fascista allora? veramente pensiamo che il fascista sia solo un vecchio nostalgico? O forse non è un atteggiamento mentale, quello dell'arrogante che insulta, che ti tiene sotto, che si sente forte e che però poi ti dice, dandoti una pacca sulla spalla: in fondo le mignotte io le rispetto.
Trovo che questo linguaggio rispecchi una mentalità adolescenziale, volgare, senza argomenti, violenta, aggressiva e, sopratutto, udite udite miei/mei cari/e compagni/e: REAZIONARIA.
Bene, spero che chi continua ad usare questo linguaggio aggrappandocisi disperatamente come ultima dimostrazione di potenza della propria individualità sessuale, non abbia poi la faccia di urlare contro lo stupro e la violenza sulle donne. Insomma, che sia coerente col linguaggio che ha scelto e che usa. Personalmente non ho più intenzione di condividere il mio dolore con gli ipocriti e con chi non riesce a mettersi in discussione.
Chi vuole cambiare il mondo deve trovare il coraggio di cambiare sè stesso. Altrimenti ci stiamo solo prendendo in giro. Trovati un altro hobby.